Le pioniere italiane che hanno cambiato la ricerca e ispirato le nuove generazioni
La Giornata Mondiale delle Donne nella Scienza, che si celebra il giorno 11 febbraio, è un’occasione per riflettere sulla disparità che ancora esiste nelle discipline STEM, dove le donne sono spesso sottorappresentate e assistono a uno scarso riconoscimento del loro contributo. Nonostante l’accesso all’istruzione e l’alta presenza nelle fasi iniziali dei percorsi formativi, molte donne non riconoscono la propria inclinazione scientifica a causa di stereotipi radicati e di un ambiente che protende ancora, prioritariamente, alla valorizzazione della controparte maschile. La marginalizzazione femminile si manifesta in una scarsa visibilità, con poche opportunità di raggiungere posizioni di leadership e riconoscimenti per i loro successi. Le problematiche principali nelle carriere accademiche femminili riguardano la “segregazione orizzontale” e “verticale”, che descrivono una condizione di distribuzione disomogenea delle donne nelle diverse discipline e livelli gerarchici, affiancate dall’effetto “soffitto di cristallo” che limita le opportunità di carriera per le donne, impedendo loro di accedere a ruoli di leadership.
In un report del marzo 2024 redatto dall’Ufficio VI del Servizio Statistico del Ministero dell’Università e della Ricerca è emersa la tendenza delle politiche europee e italiane a migliorare la partecipazione delle donne nei settori STEM, con iniziative come la Settimana nazionale delle discipline STEM (Legge 187/2023), con l’obiettivo di stimolare l’interesse delle ragazze in queste aree. Tuttavia, il Gender Equality Index (GEI) del 2023 mostra che, mentre l’Italia ha fatto progressi, la parità di genere è ancora lontana, con un punteggio di 68,2 su 100, un dato inferiore alla media europea pari a 70,2.
Rita Levi Montalcini: la neuroscienziata che ha rivoluzionato il volto della medicina
Rita Levi-Montalcini è stata una delle neuroscienziate più influenti e visionarie del XX secolo, nota per la sua scoperta del fattore di crescita nervoso (NGF), una molecola che ha trasformato la comprensione dei meccanismi biologici alla base dello sviluppo e della sopravvivenza delle cellule nervose. Il suo lavoro ha gettato le basi per il trattamento di diverse malattie neurodegenerative, come il morbo di Alzheimer e il Parkinson, aprendo nuove frontiere nella biologia cellulare e molecolare sfidando la concezione, fino a quel momento consolidata, che le cellule nervose adulte non potessero riprendersi da danni. L’importanza della proteina NGF è stata fondamentale per prendere coscienza dell’esistenza dei neuroni e della loro capacità di stabilire connessioni tra il cervello e altre parti del corpo, stimolando lo sviluppo di nuove terapie per sclerosi multipla e cancro.
La sua carriera è stata una testimonianza di determinazione, in cui le sfide legate al genere non l’hanno mai fermata con un impegno profuso non solo nel campo accademico, ma anche sociale.
La sua affermazione, “Le donne devono credere nelle proprie capacità e sfidare le convenzioni per costruire il proprio cammino nella scienza” non solo rappresenta la sua visione, ma anche il suo instancabile lavoro per abbattere i pregiudizi che ancora oggi ostacolano le donne in ambito scientifico.
Rita Levi-Montalcini è anche stata una figura di riferimento in Italia, dove ha fondato l’Istituto di Neuroscienze; il suo contributo alla crescita scientifica le ha valso numerosi premi, tra cui il Premio Nobel per la Medicina nel 1986, consacrandola come una delle figure più prestigiose e ammirate nel mondo della scienza.
Margetita Hack: l’astro della scienza che ha sfidato le convenzioni
Margherita Hack è stata una figura iconica nel mondo della scienza: astronoma di fama internazionale, ha dedicato la sua vita a svelare i misteri dell’universo, portando un contributo fondamentale alla comprensione dell’evoluzione delle stelle e delle galassie. Il suo lavoro pionieristico e all’avanguardia ha gettato nuove basi per la ricerca astrofisica, in particolare nell’ambito delle stelle di neutroni e delle stelle variabili. La genialità di Margherita Hack non risiedeva solo nei suoi brillanti risultati scientifici, ma anche nella sua capacità di pensare fuori dagli schemi e nel suo impegno costante per la ricerca e la divulgazione scientifica, spingendola a condividere con il pubblico in modo semplice e appassionato le meraviglie e le complessità dell’universo.
In quanto donna nel mondo accademico degli anni ’50, massicciamente dominato da uomini, Margherita Hack ha affrontato questa sfida con una determinazione fuori dal comune, dimostrando che passione e talento prescindono il genere di appartenenza. La sua figura è rimasta un simbolo di tenacia e passione, e le sue parole – “Le donne devono essere libere di scegliere senza vincoli di genere, proprio come gli uomini” – costituiscono un invito alla libertà di pensiero e di azione per tutte le donne che vogliono affermarsi nel campo scientifico. Il suo esempio continua a ispirare chiunque creda che la scienza non sia solo una questione di competenze tecniche, ma anche di visione e curiosità. Margherita Hack, scomparsa il 29 giugno 2013, ha ricevuto numerosi riconoscimenti nel corso della sua carriera. Tra questi, oltre al francobollo commemorativo emesso nel centenario della sua nascita, si distingue il Premio Linceo dell’Accademia Nazionale dei Lincei. Nel 2012, le fu conferito il titolo di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
Con il suo approccio originale, ha aperto la strada a una nuova visione dell’astronomia, mostrando che l’universo è tanto grande e, spesso ignoto, quanto il potenziale umano, e che tutti – uomini e donne – hanno il diritto di esplorarlo.
Oltre l’atmosfera e la disparità di genere: il viaggio di Samantha Cristoforetti
Samantha Cristoforetti, prima astronauta italiana e prima donna italiana a comandare la Stazione Spaziale Internazionale, è una figura di grande rilevanza non solo per i suoi successi scientifici e professionali, ma anche per la sua profonda dedizione nella lotta contro le discriminazioni di genere.
Fin da giovane, Cristoforetti ha intrapreso un percorso formativo eccezionale, laureandosi in Ingegneria Aerospaziale presso il Politecnico di Milano. Dopo una specializzazione in Ingegneria Aeronautica e numerosi corsi di perfezionamento, è entrata a far parte dell’Aeronautica Militare Italiana, dove ha ricoperto vari incarichi, tra cui quello di pilota di caccia. Il suo impegno e la sua dedizione l’hanno portata, nel 2009, a essere selezionata dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA) come astronauta, realizzando un sogno che molte bambine, a causa degli stereotipi di genere, considerano ancora irraggiungibile.
Durante la sua permanenza sulla Stazione Spaziale Internazionale, ha contribuito in modo significativo a esperimenti scientifici e attività di ricerca.
Oltre ai risultati professionali Samantha Cristoforetti è divenuta il volto di denunce, tramite dichiarazioni pubbliche, rivolte alle difficoltà legate alla gestione familiare e professionale quando si parla di donne in carriera. Cristoforetti ha spesso parlato della difficoltà di conciliare la sua vita da madre con ambizioni professionali e una carriera di alto profilo, affrontando sfide logistiche e emotive. L’importanza della parità dei ruoli nel matrimonio è dichiarativa del fatto che la gestione dei figli non dipende solo dalla donna, ma è una responsabilità condivisa con il partner. Nel 2022, a pochi giorni dalla partenza per la sua seconda missione nello spazio, ha evidenziato come le donne non debbano sacrificare la loro carriera per la famiglia, liberandosi dalle costrizioni storicamente associate al ruolo di madre.
Fabiola Gianotti: Pioniera della fisica e della leadership scientifica
Fabiola Gianotti è una delle menti più brillanti della fisica contemporanea, diventata famosa per il suo ruolo nella scoperta del bosone di Higgs, conosciuto anche come “particella di Dio”. Nata a Milano nel 1960, Gianotti ha conseguito una laurea in Fisica all’Università degli Studi di Milano, completando poi un dottorato in Fisica presso l’Università di Milano-Bicocca. La sua carriera ha preso forma all’interno del CERN di Ginevra, dove è entrata nel 1987 e ha contribuito a progetti di grande impatto, come l’esperimento ATLAS, che ha condotto alla scoperta del bosone di Higgs nel 2012.
Fabiola Gianotti è la prima donna a ricoprire il ruolo di Direttore Generale del CERN, un traguardo che non solo evidenzia la sua competenza scientifica, ma anche la sua capacità di leadership in un campo tradizionalmente dominato da uomini.
Nel corso della sua carriera, Gianotti ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti, tra cui il prestigioso titolo di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Non solo è stata inclusa nella lista delle 100 persone più influenti al mondo da Time Magazine, ma il suo lavoro ha anche cambiato il corso della fisica delle particelle, contribuendo a confermare il modello standard della fisica e ad arricchire il nostro sapere sulle leggi fondamentali dell’universo.
La sua esperienza personale e professionale è una testimonianza di come le donne possano eccellere in ambiti scientifici e tecnologici, sfidando gli stereotipi e dimostrando che la scienza è un linguaggio universale, senza confini di genere. Oltre al suo impegno scientifico, Gianotti ha sempre parlato della necessità di promuovere l’inclusività e l’uguaglianza nel mondo accademico e nella ricerca, sottolineando come la diversità e l’uguaglianza siano fondamentali per il progresso della scienza stessa.
Nel 2014, Gianotti ha ricevuto il premio European Scientific Leadership Award e il suo nome è stato dato ad uno degli asteroidi scoperti nell’ambito del programma del CERN, a testimonianza del suo impatto duraturo nel campo della fisica e dell’astronomia.
La Giornata si propone, pertanto, non solo di celebrare le donne che hanno raggiunto traguardi straordinari, ma spinge a riflettere sul cambiamento necessario di cui siamo attualmente protagonisti e fautori per rendere la scienza un campo più equo e inclusivo, dove ogni talento, indipendentemente dal genere, abbia diritto di emergere. Oggi, sempre più giovani si avvicinano alla ricerca con l’ambizione di superare le sfide e di apportare innovazioni. La scienza è una forza collettiva, che supera il genere, dove la passione e la determinazione sono gli ingredienti che guidano al successo.