Mali

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Creazione di opportunità socio-economiche e rafforzamento dEi meccanismi di protezione dell’infanzia, per migranti potenziali, in transito e di ritorno in Mali

L’obiettivo di questo progetto è contribuire a promuovere scelte migratorie libere e informate nelle regioni di origine e transito della migrazione in Mali, diminuendo la pressione migratoria sulle comunità nelle regioni di Kayes e Bamako e promuovendo lo sviluppo socio-economico locale oltre che adeguati meccanismi di protezione dell’infanzia. Il progetto è finanziato dal Ministero dell’Interno.

Dove

Il progetto si realizzerà in Mali, nelle Regioni di Kayes e Bamako, assieme ai partner del progetto.

Durata

30 mesi a partire da novembre 2020.

Obiettivi e risultati previsti

Il progetto ha tre obiettivi principali:

1. Creazione di opportunità di lavoro e formazione per giovani (15-35 anni) migranti potenziali, in transito e di ritorno nelle aree di Kayes e Bamako. Il 70% dei beneficiari delle formazioni, a 9 mesi dalla fine del progetto, non rientra nella categoria di persone non impegnate né nel lavoro né nello studio o nella formazione.
2. Migliorare la presa in carico di almeno 102 minori e adolescenti vulnerabili, non accompagnati, in due centri di accoglienza. Rafforzamento del sistema pubblico di protezione dei minori e dell’accesso e referenza dei minori vulnerabili dai centri ai servizi specializzati.
3. Aumentare la conoscenza della realtà della migrazione e dei suoi sviluppi per i membri delle comunità selezionate oltre che per 250.000 utenti dei media.

I beneficiari del progetto

I beneficiari diretti del progetto saranno:

  • 850 giovani, di cui almeno 350 ragazze, migranti potenziali, di ritorno e in transito, che beneficiano dei corsi di formazione a Kayes, Bamako e Verona. 
  • 130 membri delle istituzioni locali, nazionali e della società civile che partecipano alle sessioni di informazioni su advocacy.
  • 3.140 persone che beneficeranno delle sessioni di informazioni sui temi della migrazione. 
  • Almeno 102 minori presi in carico nei centri di accoglienza.

Perché in Mali?

La storia recente del Mali è stata caratterizzata dal colpo di stato del 22 marzo 2012, che ha provocato la sospensione del 90% dei servizi pubblici e ha peggiorato gli effetti degli shock climatici che affliggono ciclicamente il paese. Il conflitto tra il governo e i gruppi armati nel nord del paese ha inoltre provocato almeno 480.000 sfollati e rifugiati (dati dell’IOM). 

Le precarie situazioni di sicurezza sono un forte driver di mobilità interna ed esterna: Kayes ospita ancora 220 nuclei famigliari di sfollati, e si configura come la regione a più alto indice di migrazione dell’intero paese. Nel distretto di Kita, ad esempio, il 57% della popolazione versa in condizione di povertà, nonostante il clima pre-guineano comporti un alto potenziale agro ecologico. I continui shock climatici comportano una condizione di insicurezza alimentare (404.975 persone colpite) e di malnutrizione cronica, i cui effetti sono responsabili di un terzo delle morti infantili (il 22% dei bambini sotto i cinque anni è affetto da rachitismo e l’81% da carenza di minerali e vitamine).

Il Mali ha un Indice di Sviluppo Umano di 0.427 (182esimo posto su 189), con un tasso di povertà in crescita e che colpisce il 45% della popolazione e un’economia legata all’agricoltura per l’80%.

Donne, bambini e anziati delle aree rurali sono doppiamente colpiti e marginalizzati, e soffrono quotidianamente di violazioni di diritti causate da norme socioculturali e religiose, dall’ignoranza e dalla povertà estrema. Queste includono l’arruolamento dei minori nei conflitti armati, l’aumento dei minori non accompagnati, la minaccia proveniente da ordigni esplosivi e nuove forme di violenza di genere, come i matrimoni forzati e precoci, i rapimenti, le gravidanze precoci e indesiderate. La maggior parte dei bambini nati da queste gravidanze non vengono registrati, il che li lascia senza identità e nazionalità. Secondo il rapporto della Population Movement Commission, il 91% degli sfollati interni compresi tra i 6 e i 15 anni e il 38% dei bambini rimpatriati non frequenta la scuola, mentre il 32% dei rimpatriati non sono registrati presso le autorità locali dal momento che ignorano l’importanza del processo di registrazione per accedere ai servizi pubblici e umanitari.

PARTNER DEL PROGETTO

Il progetto sarà implementato da vari partner coordinati da Plan International Italia tra i quali:

Action Aid Italia, Action Aid Senegal, Plan International Mali, ENDA, BNCE, AME, EN Green Srl, Progetto QUID

Qual è  il ruolo di Plan International?

Plan International implementerà direttamente le attività del progetto nel paese, svolgendo un ruolo principale nel settore di Protezione dell’infanzia. Plan International Italia è il capofila di questo progetto e svolgerà una funzione cdi coordinamento tra i vari partners.

Scarica il rapporto di ricerca sul mercato del lavoro per i giovani in Mali