Il Sudan, da oltre 500 giorni, è al centro di una delle maggiori crisi umanitarie del mondo. Emilia Sorrentino, Responsabile Mondiale di Plan International per l’Educazione in Emergenza, ha visitato il Paese ad agosto 2024, portando alla luce la situazione devastante in cui versano i bambini e le bambine sudanesi.
Durante il suo soggiorno a Port Sudan e Gadaref, Emilia ha registrato un video per comunicare direttamente con la comunità internazionale. Ha documentato i siti di raccolta degli sfollati interni (IDP) a Kassala, raccogliendo testimonianze toccanti di bambine che esprimono il desiderio di tornare a scuola. “L’istruzione è importante per la vita delle persone”, ha dichiarato una di loro, sottolineando un bisogno fondamentale spesso trascurato nelle situazioni di crisi.

Le parole delle ragazze incontrate da Emilia sono un grido d’allarme: i bambini del Sudan, soprattutto gli adolescenti, chiedono di tornare sui banchi di scuola. Tuttavia, la realtà è drammatica. Le scuole sono state trasformate in centri di accoglienza per il crescente numero di sfollati, privando così i bambini e le bambine del loro diritto all’istruzione. I genitori, dal canto loro, continuano a chiedere sicurezza alimentare, servizi sanitari e istruzione come priorità imprescindibili.
La crisi sanitaria ha ulteriormente aggravato la situazione. Un focolaio di colera, dichiarato dal Ministero della Sanità un giorno prima della visita di Emilia, ha colpito duramente gli Stati di Kassala e Gadaref. Le condizioni igieniche nei centri di accoglienza sono altamente precarie, con latrine e punti d’acqua insufficienti e la totale assenza di elettricità, che aumenta il senso di insicurezza tra le ragazze adolescenti.
Le Difficoltà delle Autorità Locali
Nonostante la volontà delle autorità locali di riaprire le scuole, le risorse disponibili sono insufficienti per trasferire i centri di accoglienza verso siti sicuri e dignitosi, che garantiscano l’accesso ai servizi essenziali come sanità e istruzione. Inoltre, la comunità degli sfollati teme che un trasferimento lontano dai centri urbani possa pregiudicare l’accesso a tali servizi per i loro figli.
La chiusura delle scuole ha conseguenze devastanti: molti bambini, sia sfollati che locali, sono costretti a lavorare in condizioni pericolose per contribuire economicamente alle spese delle loro famiglie. Il 54% delle scuole in Sudan sono in aree di conflitto; più a lungo i bambini restano fuori dalla scuola, più aumentano i rischi di violenza e abuso. Garantire l’istruzione ai bambini sudanesi significa, quindi, garantire la loro protezione e benessere psicosociale.

L’Azione di Plan International
Plan International sta attuando progetti di educazione in emergenza e protezione dell’infanzia nelle zone di conflitto e nei campi di accoglienza per gli sfollati. Emilia Sorrentino, con oltre 12 anni di esperienza in contesti di crisi umanitarie, rappresenta Plan su diverse piattaforme globali, difendendo il diritto all’istruzione per i bambini colpiti da guerre, disastri naturali ed epidemie. Plan International è attivamente coinvolta nei gruppi di coordinamento degli aiuti umanitari, garantendo che i bisogni educativi dei bambini e delle bambine siano ascoltati e che altre necessità fondamentali, come la sicurezza alimentare e la salute, vengano affrontate in modo efficace. Questo avviene attraverso un approccio integrato e collaborativo con altre organizzazioni presenti sul campo, assicurando un’azione strategica e mirata per rispondere a tutte le esigenze vitali della popolazione.
Ascolta la testimonianza di Emilia: