In questa Giornata internazionale dell’istruzione, le scuole hanno bisogno più che mai di sostegno

In questa Giornata internazionale dell’istruzione, le scuole hanno bisogno più che mai di sostegno

Plan International lavora nelle comunità più vulnerabili per garantire che i bambini e gli adolescenti abbiano accesso a un’istruzione sicura, inclusiva e di qualità dopo il lockdown.

In molte parti del mondo, le scuole sono state chiuse per quasi un anno con l’obiettivo di frenare la trasmissione del COVID-19. Ciò ha avuto un grave impatto sull’accesso all’istruzione delle bambine, dei bambini e degli adolescenti più vulnerabili e ha lasciato milioni di loro a un maggior rischio di esclusione adesso che non possono più beneficiarsi della protezione fornita dalla scuola per mangiare, per gestire l’igiene mestruale o per evitare un matrimonio precoce. Da quando è scoppiata l’emergenza, Plan International sostiene migliaia di comunità in oltre 70 paesi affinché i centri scolastici riaprano il prima possibile e gli studenti possano tornare in classe in condizioni sicure per la loro salute.

Il 24 gennaio si celebrerà, per la terza volta, la Giornata internazionale dell’istruzione. Il motto proposto quest’anno dall’Unesco è: “Recuperare e rilanciare l’educazione per la generazione del COVID-19”. Per raggiungere questo obiettivo, è essenziale che le misure di prevenzione contro il coronavirus non aggravino ulteriormente le disuguaglianze e che l’istruzione svolga il suo ruolo fondamentale per la pace e lo sviluppo delle comunità.

Siamo pronti per rispettare le nuove misure

Dopo otto lunghi mesi, l’Indonesia ha riaperto i centri scolastici nelle aree con minor incidenza di trasmissione di COVID-19 e Plan International sta lavorando fianco a fianco con il governo e le autorità educative per promuovere il ritorno a scuola, valutare le condizioni delle strutture e mettere in atto una serie di misure igieniche che proteggano gli studenti.

Distribuzione di mascherine, gel idroalcolico e termometri a infrarossi, installazione di postazioni per il lavaggio delle mani e campagne di sensibilizzazione sull’importanza del distanziamento sociale, sono alcune delle misure che si stanno realizzando sull’isola di Lembata.

Angelina, 13 anni, indossa la sua mascherina senza nessun problema e ha capito perfettamente il perché è così importante mantenere la distanza di sicurezza: “Ci copriamo volontariamente il viso, non solo per proteggerci, ma anche perché, dopo il lockdown e le difficoltà che abbiamo avuto per studiare a distanza, vogliamo tornare a scuola. Siamo pronti per rispettare le nuove misure di sicurezza ”.

In una comunità come Lembata, dove vive Angelina, l’istruzione a distanza presenta sfide significative per le famiglie più vulnerabili. Angelina ci racconta che è stato molto difficile stare al passo con le lezioni perché non aveva accesso a Internet: “Se la situazione fosse continuata per più tempo, avrei avuto bisogno di aiuto per accedere a Internet”.

Oltre a garantire le condizioni per mantenere le corrette misure igieniche, Plan International fornisce supporto psicosociale e formazione specifica per gli insegnanti affinché possano adattarsi alle esigenze della nuova normalità. Grazie a questi accorgimenti Angelina non è stata obbligata ad abbandonare gli studi: “Non sono più preoccupata, mi sento protetta”.


Molti genitori non possono permettersi di comprare prodotti per l’igiene

Il 4 gennaio sono state riaperte le scuole in Kenya e, sebbene 15 milioni di bambini siano potuti tornare a studiare, per migliaia di bambine e ragazze, non è stato così a causa dell’aumento dei matrimoni infantili e delle gravidanze adolescenziali che si è registrato durante il lockdown durato quasi 10 mesi.

In Kenya, cosí come in altri paesi africani, nella maggior parte dei casi le scuole non hanno strutture che garantiscano il lavaggio delle mani e altre misure necessarie per un ritorno sicuro degli studenti. Per questo motivo Plan International ha distribuito 60 postazioni per il lavaggio delle mani e kit con prodotti per l’igiene.

“I kit per l’igiene sono davvero utili perché molte famiglie non possono permettersi di comprare prodotti come le saponette, il gel idroalcolico o gli assorbenti ”spiega il direttore di uno degli istituti.

Sono costretta ad andare in cima alla montagna per connettermi a internet

A marzo dell’anno scorso, nella comunità di Laurita, in Ecuador, le scuole sono state chiuse a causa della pandemia e sono iniziate le lezioni online. Ma, per potersi pagare un cellulare con accesso a internet che le consentisse di continuare a studiare, Laurita è stata costretta a lavorare nei campi, oltre ad aiutare sua madre nelle faccende domestiche e a prendersi cura dei suoi fratelli più piccoli.

“Quando non c’è ha abbastanza segnale a casa e internet non funziona, sono costretta ad andare in cima alla montagna per poter seguire le lezioni. Se non lo faccio, rischio di perdere l’anno. Non voglio essere bocciata”, spiega Laurita.

Nonostante le grandi difficoltà che è costretta ad affrontare, Laurita è determinata a proseguire con gli studi. Vuole diventare avvocato e sostenere le persone più bisognose: “Poco a poco raggiungerò i miei obiettivi”. Laurita fa parte di una nuova generazione di giovani indigeni che rifiutano gli stereotipi di genere e hanno optato per l’istruzione piuttosto che per il matrimonio e le gravidanze precoci.

Laurita coordina un gruppo di giovani nella sua comunità che promuove l’uguaglianza di genere e la conoscenza dei diritti tra le bambine e le ragazze. Durante la pandemia, il gruppo ha organizzato attività educative in comunità remote senza accesso a Internet: “Condividiamo le nostre esperienze con altri giovani e li aiutiamo a sviluppare i loro progetti di vita. La leadership è la capacità di realizzare i sogni” afferma.

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