Tolleranza zero contro la mutilazione genitale femminile

Tolleranza zero contro la mutilazione genitale femminile

  • Almeno 200 milioni di ragazze e donne nel mondo sono state sottoposte alla mutilazione genitale femminile (MGF), una grave violazione dei diritti umani. In Spagna, circa 17.000 ragazze sono a rischio di essere vittime di questa pratica.
  • La Sierra Leone è stato l’ultimo paese a vietarla nel 2019. Con circa il 90% delle ragazze e delle donne mutilate, la Sierra Leone è uno dei paesi con il tasso più elevati di MGF.
  • In occasione della Giornata Internazionale Contro la Mutilazione Genitale Femminile, Plan International chiede ai governi di mettere in atto misure efficaci che vietino questo problema globale che colpisce ancora milioni di ragazze.

Sewanatu, della Sierra Leone, aveva sei anni quando le venne praticata la mutilazione genitale. “Mia nonna mi disse di accompagnarla e, quando le chiesi dove stavamo andando, mi rispose che sarei diventata parte della famiglia. Non capivo di cosa stesse parlando, ma la seguii. C’erano quattro persone. Una di loro mi prese la gamba sinistra, un’altra la gamba destra, la terza mi prese una mano e la quarta l’altra. Mi obbligarono ad aprire le gambe e mi mutilarono.”


Almeno 200 milioni di ragazze e donne hanno subito la mutilazione genitale femminile (MGF) in uno dei 29 paesi in cui questa pratica è endemica. Sebbene, in termini relativi, l’incidenza di questa pratica si sia ridotta, in termini assoluti il numero di ragazze che subiscono la MGF è in aumento a causa della crescita della popolazione. Le stime prevedono che la cifra delle ragazze che vengono mutilate ogni anno passerà dai 3,9 milioni ai 4,6 milioni entro il 2030. Se le tendenze attuali continuano, oltre 40 milioni di ragazze e adolescenti tra i 15 e i 19 anni saranno soggette a questa pratica prima del 2030.

La MGF è un problema globale che viola i diritti delle ragazze e delle giovani donne. In Spagna, nonostante sia vietata per legge, circa 17.000 ragazze corrono il rischio di esserne vittime. Per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile della ONU è necessario adottare un approccio integrato che includa campagne di sensibilizzazione, informazione adeguata, misure legislative e la protezione dei diritti dei minorenni” ha affermato Concha López, Direttore Generale di Plan International.


In occasione della commemorazione della Giornata Internazionale contro la Mutilazione Genitale Femminile, il 6 febbraio, Plan International chiede di porre fine in maniera urgente a questa grave violazione dei diritti umani con l’obiettivo di evitare che i milioni di ragazze e giovani donne che corrono il rischio di essere mutilate nei prossimi dieci anni vengano sottoposte a questa pratica atroce.

Conseguenze della MGF

La MGF può avere conseguenze fisiche come emorragie, problemi urinari e, a lungo termine, cistite, infezioni, infertilità, complicazioni durante il parto ed aumento del rischio di mortalità materna e infantile. Inoltre, l’averla subita, suppone un trauma che può determinare problemi di salute mentale e disfunzioni sessuali.

Poiché la MGF è una forma di violenza di genere, deve essere affrontata tenendo conto delle cause sottostanti come la disuguaglianza di genere, nonché di altre pratiche dannose ad essa associate, come i matrimoni precoci forzati o le gravidanze precoci.

“La maggior parte delle ragazze non va a scuola e, per coloro che vanno, è veramente difficile finire gli studi. Molte di loro rimangono incinta e sono costrette a sposarsi in tenera età (…) Quando ti mutilano solo ti parlano del matrimonio”, spiega Sewanatu.


La Sierra Leone è stato l’ultimo paese a vietare “con effetto immediato” le mutilazioni genitali femminili. Secondo le cifre delle Nazioni Unite, con circa il 90% di ragazze e donne mutilate, il paese ha uno dei tassi più elevati di MGF in Africa, essendo uno dei pochi del continente in cui questa pratica era ancora legale.

Lavoro NELLE COMUNItÀ e riti di nuova iniziazione

In Sierra Leone, come in altri paesi, la MGF è una tradizione profondamente radicata, considerata necessaria, poiché fa parte di un rito di iniziazione delle ragazze all’età adulta. È basata su convinzioni erronee riguardo la purezza delle ragazze, la loro sessualità, l’onore delle famiglie e la preparazione della sposa al matrimonio. Queste credenze derivano da ruoli e stereotipi di genere che privano le ragazze e le donne del loro diritto di prendere decisioni riguardo la loro salute e la loro vita.


Le cause sottostanti sono complesse; per questo motivo le leggi non sono sufficienti per porre fine a questa pratica e il lavoro a livello comunitario è fondamentale per cambiare le norme sociali e culturali discriminatorie che ne stanno alla base. Plan International ha lanciato una serie di programmi nelle comunità di molti paesi africani per informare le donne dell’assenza di obblighi civili o religiosi di subire la MGF, nonché delle conseguenze fisiche e psicologiche che essa comporta. L’organizzazione promuove inoltre la collaborazione fra i leader religiosi, politici ed i governi per vietar questa pratica.


Plan International lavora anche per coinvolgere ragazze e ragazzi, donne e uomini, insegnanti, operatori sanitari e leader religiosi in modo che comprendano le gravi conseguenze della MGF, diventino agenti attivi del cambiamento e promuovano nuovi riti di iniziazione che non siano dannosi per la salute e la vita delle ragazze.


Nei paesi in cui i dati sono disponibili (prevalentemente paesi dell’Africa sub-sahariana in cui viene praticata la MGF), in media il 67% delle ragazze e delle donne di età compresa tra 15 e 49 anni ritiene che la pratica della mutilazione genitale femminile dovrebbe essere vietata e il 63% di ragazzi ed uomini sono d’accordo.

Per ulteriori informazioni:

Francesca Mondello, Consulente di Comunicazione, E-mail: comunicazione@plan-international.org,  Telefono:  +39 039 6848701

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