Risposta agli impegni del G7 sulla fame nel mondo

Risposta agli impegni del G7 sulla fame nel mondo

Plan International è profondamente delusa dal fatto che, dopo il vertice dei leader del G7, siano stati promessi solo 4,5 miliardi di dollari per affrontare la fame nel mondo. Prima del vertice, abbiamo richiesto agli Stati di contribuire con carattere urgente e immediato a finanziare i 21,5 miliardi di dollari necessari per sostenere 49 milioni di persone sull’orlo della carestia.

“Stasera milioni di bambini andranno a letto affamati. In tutto il mondo, 323 milioni di persone rischiano di morire di fame”, afferma Andrea Nunez, consulente per le politiche umanitarie di Plan International.

“Ma nonostante questi avvertimenti, i leader mondiali non sono intervenuti. Se ci si impegna ben poco rispetto ai 21,5 miliardi di dollari necessari per prevenire la carestia, innumerevoli persone moriranno di fame. Un numero ancora maggiore di bambini, soprattutto le bambine, subiranno le conseguenze devastanti della crisi con un impatto negativo sulla salute e sulle loro opportunità di vita future.

“La fame colpisce in modo diverso bambine, bambini, donne e uomini. In molti Paesi, quando il cibo e il denaro scarseggiano, le bambine mangiano meno e per ultime, e sono le prime a essere obbligate ad abbandonare la scuola o a sposarsi in giovane età. Le ragazze e le donne rappresentano la maggior parte delle persone che soffrono la fame nel mondo. È deludente vedere come il contributo tristemente inadeguato dei Paesi non includa alcun impegno per soddisfare le loro esigenze specifiche. Il G7 dovrebbe fare qualcosa di meglio, cominciando con mettere in atto gli impegni relativi all’approccio di genere assunti nel Patto per la prevenzione delle carestie del 2021.

“Questo finanziamento è gravemente insufficiente e arriva troppo tardi. Arriva dopo mesi di appelli all’allarme. Sebbene il conflitto in Ucraina abbia aumentato in modo significativo il numero di persone che hanno bisogno di assistenza alimentare, questa crisi della fame era stata prevista ben prima del suo inizio. Oltre ad affrontare i problemi legati alle esportazioni dall’Ucraina, i leader mondiali devono anche raddoppiare gli sforzi per ridurre le tre ragioni più comuni della fame: conflitti, shock economici e crisi climatica.

“Non possiamo permetterci di perdere questa opportunità critica di salvare vite umane”.

Plan International esorta i governi donatori non solo a sbloccare urgentemente i 4,5 miliardi di dollari che sono stati impegnati, ma anche a prendere in considerazione un ulteriore nuovo sostegno finanziario, come il G7 si è già impegnato a fare attraverso il suo Patto per la prevenzione della fame.

Oltre a rispettare le promesse di finanziamento, è fondamentale che gli Stati si impegnino a creare meccanismi di rendicontazione che permettano di mettere in evidenza come stanno mantenendo i loro impegni, oltre a dare priorità a risposte sensibili all’età e al genere, che abbiano un impatto e riducano al minimo le conseguenze della fame per i bambini e, soprattutto, per le bambine.

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