Il Guatemala in cifre
Il Guatemala è un paese di alta montagna di origine vulcanica del Centro America con accesso sia sul Mar dei Caraibi sia sull’Oceano Pacifico. Lungo la costa del Pacifico si estende una striscia fertile di terreno alluvionale larga 60 chilometri mentre le pianure caraibiche sono in gran parte coperte dalla foresta pluviale. Le temperature e le precipitazioni dipendono dall’altitudine. La principale regione per l’insediamento urbano e economico è quella degli altopiani del Nord Est. Si verificano di continuo inondazioni e terremoti.
Abitanti | 15,5 Mln. (Italia: 60,7 Mln.) |
L’aspettativa di vita | 72 Anni (I: 80 Anni) |
La mortalità infantile | 32 su 1.000 (I: 5 su 1.000) |
PNL** pro capite | 3.120 USD (I: 35.540 USD) |
Tasso di alfabetizzazione | Donne 86 %, Uomini 89 % |
Superficie | 108.889 kmq, (I: 301.338 kmq) |
Capitale | Città del Guatemala |
Le lingue nazionali | Spagnolo, più di 50 lingue indigene |
Religione | Cristianesimo |
* su 1.000 nati vivi ** Prodotto Nazionale Lordo *** nei giovani (15 – 24 anni) Fonti: UNICEF “State of the World’s Children 2014”, UNDP “Rapporto sullo sviluppo umano 2014”, Ministero degli Affari Esteri |
Storia
Fino all’arrivo degli spagnoli nel XVI secolo il Guatemala era un centro Maya. All’inizio del XX secolo l’influenza degli Stati Uniti in Guatemala è aumentata: nel 1901 sono stati siglati i primi accordi con la “United Fruit Company” per l’esportazione delle banane. Successivamente i colpi di stato, le dittature e le modifiche costituzionali hanno segnato la scena politica con gruppi di guerriglia che combattevano contro i rispettivi governi. La guerra civile, combattuta per 36 anni tra i guerriglieri e il governo, finì nel 1996 con un trattato di pace.
Situazione attuale
Solo a partire dal 1985 vi è un governo democraticamente eletto in Guatemala. Le elezioni presidenziali del 2011 sono state vinte dall’ex generale Otto Pérez Molina del Partito Patriottico. Il Guatemala ha una grande diversità etnica e culturale. Il 41% della popolazione è di origine indigena.
Ad oggi, gran parte dell’economia agricola e del sistema bancario è nelle mani di una piccola élite politicamente influente che ostacola le riforme profonde. Quasi il 75% della popolazione indigena vive in povertà.