La visita dei sostenitori a Mariam

La visita dei sostenitori a Mariam

Grande ricevimento sotto l’albero di anacardi

Arrivò veloce come il vento e fu un avvenimento indimenticabile: il giorno in cui Hagen e sua moglie partirono da Neubrandenburg e andarono a fare visita a Mariam, la bambina da loro adottata a distanza in Kenya. Hagen ci racconta la sua esperienza nel villaggio di Mariam.

A settembre di quest’anno stavamo per incontrare la bambina da noi sostenuta a distanza. Avevamo precedentemente avuto un incontro presso l’ufficio di Plan International e un scambio di comunicazioni con la sede di Kwale; alle 9 Rosemary – la responsabile donatori di Plan International Kenya – e Paul, l’interprete, ci vennero a prendere in albergo. Per prima cosa andammo a Kwale, dove risiede la base organizzativa di Plan International Kenya per tutto il distretto. Davanti ad un caffè ci vennero spiegati i progetti per quest’area e scoprimmo che nel distretto di Kwale Plan International sostiene circa 10.000 bambini. I progetti in corso si concentrano soprattutto sull’educazione, la sanità, l’approvvigionamento di cibo e acqua e lo sviluppo dell’agricoltura.

La nascita di due gemelli

Con Janet e Paul ci mettemmo in viaggio verso Mariam. Janet è la collaboratrice incaricata per il villaggio. Per prima cosa visitammo un ospedale, costruito grazie ai mezzi messi a disposizione da Plan International. La dottoressa ci mostrò le stanze dei pazienti e quello che catturò la nostra attenzione e rallegrò tutta la giornata furono due gemelli nati il giorno prima.

Tappa intermedia: la scuola di Mariam

Dall’ospedale ci spostammo e andammo a prendere Mariam all’uscita da scuola. Purtroppo non potemmo assistere alla lezione perché l’insegnante non era d’accordo. Una bambina ci venne incontro: era Mariam, la bambina da noi sostenuta! Era molto timida, ma non sorpresa. Aveva sette anni e quella era la prima volta che vedeva delle persone con la pelle chiara. Salimmo sull’auto per andare al suo villaggio. Eravamo contenti di essere su un fuoristrada, perché la strada era sterrata. Dopo poco scorgemmo, tra gli arbusti, le capanne del villaggio.

Ghirlande per festeggiare gli ospiti

Eravamo molto curiosi di sapere cosa ci aspettava e… Sorpresa! All’improvviso comprarirono delle ghirlande colorate. Avevano preparato tutto per il nostro arrivo, anche ghirlande fatte con pezzetti di stoffa appese tra una capanna e l’altra. Tutta la comunità venne ad accoglierci e fummo portati sotto un grande anacardio, al centro del villaggio. Ci portarono sedie e sgabelli e ci sedemmo. Mariam naturalmente si sedette in mezzo – nel posto degli ospiti d’onore – e tutte le bambine iniziarono a cantare per darci il benvenuto.

Tutto il villaggio partecipa

Tutti gli adulti del villaggio si presentarono: si alzarono in piedi uno dopo l’altro e dissero il loro nome e il tipo di legame che avevano con Mariam: tutta la comunità era in qualche modo imparentata con lei. Paul dovette fare da interprete in alcuni punti. La mamma di Mariam poi, sempre in segno di benvenuto, ci porse delle freschissime noci di cocco dal succo rinfrescante. La mamma di Mariam, Mwanatime, era arrivata da Mombasa, dove lavora, per preparare questa giornata per Mariam ed essere presente. Il papà di Mariam vive da un’altra parte, così venimmo a sapere che Mariam vive con sua zia dopo la morte della nonna, che a lungo si prese cura della piccola.

Lezioni di agricoltura

Le zie e i bambini si sedettero di fronte a noi. Tutti ci guardavano pieni di aspettative. Con l’aiuto di Paul, che ci fece da interprete, riuscimmo a conversare. Parlammo anche della scuola: Mariam ci mostrò con orgoglio la sua pagella: durante il suo primo anno di scuola aveva ottenuto ottimi voti. Oltre a lezioni di inglese, matematica, lettura e scrittura, Mariam segue anche lezioni di economia rurale. Il tempo passò in fretta e dopo un po‘ misero un tavolo in più per noi. Non ci stupimmo, gli abitanti del villaggio ci trattarono davvero come dei re. C’era riso, manioca, polenta, patate, diverse salse e del pollame. Tutto era molto buono e anche Mariam si poté godere tutto come un‘ospite d’onore. A fine pasto, dopo che il tavolo fu sparecchiato, tirammo fuori i nostri regali.

Palloncini che fanno la felicità

Ovviamente avevamo portato dei regali con noi per Mariam e la sua famiglia: magliette, articoli di cancelleria, colori e uno zaino, oltre a un paio di peluche. I peluche furono molto apprezzati dai bambini, tutti tranne quello a forma di porcellino d’India, che li lasciò un po‘ perplessi. Prima di arrivare al villaggio eravamo passati a fare spesa con Janet e al villaggio portammo beni per loro poco accessibili come riso, fagioli e sapone. Tutto fu disposto sul tavolo e osservato con stupore da tutta la famiglia, che scoppiava di gioia. Alla fine ci fu la sorpresa più grossa: palloncini per i bambini. Non pensavamo potessero farli così felici! Anche se magari avevano una forma strana, loro non riuscivano a trattenere le risate, e i loro occhi esprimevano tanta meraviglia. Grazie a Dio ce ne eravamo portati molti!

Cortesie per gli ospiti

Per finire facemmo ancora qualche foto con Mariam e la sua famiglia. Poco prima di andare via, ricevemmo anche noi dei regali: mia moglie ricevette un cesto lavorato e io una stuoia. Fummo felicissimi e mettemmo tutto in valigia con la massima cura. Mentre andavamo verso l’auto, Mariam si lasciò andare per la prima volta e prese la mano di mia moglie, che fu profondamente toccata da questo gesto. Al momento dei saluti ci chiesero di tornare. Questa esperienza emozionante ci ha permesso di conoscere più da vicino persone di un’altra cultura e il Kenya ci è piaciuto così tanto, che non escludiamo di poter tornare in futuro a trovare Mariam. Persone gentili ed accoglienti come quelle che abbiamo conosciuto in Kenya non si trovano facilmente.