Quest’anno, con l’occasione della Giornata Internazionale delle Bambine, abbiamo deciso di mettere in evidenza l’impatto negativo che la disinformazione e le fake news online hanno sulla vita, sull’apprendimento e sulla leadership delle ragazze di tutto il mondo.
Come ogni anno, per celebrare l’11 ottobre, abbiamo preparato uno studio globale “The Truth Gap/(Dis)informate”online che raccoglie le opinioni e le esperienze di oltre 26.000 adolescenti e giovani donne di 26 paesi, tra cui anche l’Italia.
Dappertutto siamo testimoni della crescente importanza del digitale e, la diffusione di false informazioni su Internet, è un problema dei nostri tempi con conseguenze nella vita reale. Riguarda tutti noi, ma per le ragazze, l’impatto sulla salute mentale e l’autostima può essere devastante.
Lo studio mette in evidenza come:
• 9 ragazze su 10 sono state colpite, in qualche modo, dalla disinformazione;
• Il 55% dice di non essere in grado di identificare contenuti falsi su internet;
• Il 46% delle intervistate dichiara di sperimentare depressione, tristezza, stress o ansia a causa delle fake news;
• Solo il 30% ha ricevuto una formazione specifica per riconoscere le false notizie;
• Il 25% ammette di aver dubitato più volte delle sue conoscenze e di ciò che aveva studiato a scuola.
Per far fronte a questo problema, un gruppo di giovani attiviste ha scritto una lettera aperta ai governi e alle piattaforme digitali chiedendo, in maniera urgente, di realizzare campagne di sensibilizzazione e di investire nell’alfabetizzazione digitale delle ragazze affinché possano sentirsi sicure quando navigano su internet.
COSA POSSIAMO FARE PER FERMARE LA DISINFORMAZIONE?
La sensibilizzazione e l’alfabetizzazione digitale sono le strategie migliori per affrontare questo problema. Le ragazze che hanno ricevuto una formazione al rispetto, sono molto più propense a intraprendere le seguenti azioni:
- Utilizzare uno strumento di verifica delle fonti online;
- Controllare se vengono fornite prove a sostegno delle informazioni;
- Controllare se la fonte della notizia è un autore o un’istituzione affidabile;
- Controllare se il profilo di chi ha condiviso la notizia è credibile;
- Cercare errori grammaticali ed altri segni di informazioni di scarsa qualità;
- Controllare se le immagini incluse sono veritiere o fotomontaggi creati apposta.
La violenza online è incessante, psicologicamente dannosa e può minare anche la salute mentale e fisica di chi ne è vittima.
Per leggere il rapporto (in inglese) “The Truth Gap/(Dis)informate online”, fai clic qui